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Lo Jôf di Miezegnot, a 2087m, è uno dei trekking nel cuore delle Alpi Giulie, appartenenti alla tematica della Grande Guerra: infatti, all’epoca del primo conflitto mondiale, questa cima fu contesa moltissimo da italiani e austriaci.
Questo itinerario può essere per semplicità diviso in due tratti: il primo, fino al Bivacco Brigata Alpini di Gemona è di livello medio (impegnativo ma sempre di livello escursionistico); il secondo, dal Bivacco fino allo Jôf di Miezegnot è piuttosto ripido e tecnico (cavo metallico nell’ultimo pezzo). Per giungere alla cima, infatti, il percorso diventa più ripido e tecnicamente difficile, in alcuni punti esposto. Raccomandiamo questo ultimo tratto solo a camminatori esperti.
Dove lasciare l’auto
Il punto di partenza per la nostra escursione sullo Jôf di Miezegnot è un comodo parcheggio che si raggiunge dopo aver attraversato Dogna, superato il ponte sul Fella e pecorso la lunga rotabile della Val Dogna di quasi 18km che raggiunge con numerosi tornanti la Sella di Sompdogna (1397m). La strada per arrivarci in alcuni tratti potrebbe avere sassi in mezzo o pezzi di frana: raccomandiamo di informarsi prima circa lo stato della strada e sull’accessibilità.
In alternativa, volendo allungare ancora il giro si può decidere di lasciare l’auto alla fine della Val Saisera e risalire per il rifugio Grego (con questa variante sono circa 12 km e 1060m di dislivello). Il sentiero per giungere al Rifugio Grego lo trovate descritto qui. Dal Rifugio poi si giunge al parcheggio di Sella di Sompdogna in 10 minuti, attraverso carrareccia che si sviluppa a destra del rifugio.
Il percorso
Da subito il percorso è incredibilmente suggestivo: ci troviamo nel cuore delle Alpi Giulie, tra ampie vallate e prati a sud dello Jôf di Montasio. Nelle belle giornate possiamo anche intravedere il “grande dente”, o meglio, il Mangart. Puntiamo subito verso l’agriturismo Sompodogna, attualmente chiuso (ultimo aggiornamento 26 giugno 2021).
Proseguiamo oltre l’agriturismo e seguiamo le indicazioni per il sentiero Cai 609 che sale con discreta pendenza in un sottobosco di faggi e abeti. Il sentiero è sempre ben battuto ed evidente: non sarà difficile seguirlo, anche perché non presenta difficoltà tecniche. Attraverso una serie di tornantini prendiamo velocemente quota: man mano che si sale in cima il percorso diventerà ghiaioso, roccioso.
Dopo circa 1h30′ dalla partenza raggiungiamo dapprima a un ex cimitero di guerra e poi a un meraviglioso e incredibile villaggio di guerra, un vero e proprio fortino a 1890m: qui è presente il bivacco Brigata Alpini Gemona.
Attenzione, da qui in poi il percorso viene classificato come EE: consigliato solo per utenti esperti, a nostro avviso, non per amici a 4 zampe!
Lasciando a sinistra il sentiero che va verso il Monte Piper e che non sarà meta di questa escursione, ci manteniamo sempre sul Cai 609. Qui il percorso, ripido e friabile ci fa giungere a una sella panoramica posizionata sul crinale sud-occidentale della montagna, dove potremmo godere di una vista meravigliosa sul percorso appena fatto (e potremo vedere anche il parcheggio con la nostra auto: quanta strada abbiamo fatto!)
Davanti a noi quindi c’è la cima, il nostro obiettivo chiaro ed evidente ma, vista l’ultima frazione del sentiero, ci occorre prestare la massima attenzione e, con l’auto delle mani, ci si arrampica sulle rocce calcaree, aiutati e supportati da un cavo metallico. Il sentiero, in questo tratto è abbastanza esposto. Serve passo sicuro e assenza di vertigini. Noi l’abbiamo fatto senza kit di imbrago, ma un caschetto sarebbe utile dal momento che potrebbero cadere sassi. Non proseguite ulteriormente se non vi sentite sicuri!
Seguendo questo impervio sentiero si arriva al punto più alto a 2087m dove ad attenderci c”è il libro e la croce di vetta, nonché numerosi resti della Grande Guerra come ruderi e appostamenti, ma anche resti di osservatori: provate a mettervi lì dietro, e diteci poi cosa avete provato! Immaginate l’inverno, la neve, e i vostri avi lì a difendere il territorio. Che brividi!
Il ritorno segue la stessa via dell’andata: ancora una volta, prestare attenzione al fondo friabile e ripido.
Traccia GPX
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Guida PDF
Ti lasciamo in allegato la guida in pdf con il riassunto del percorso. Speriamo ti possa essere utile!
Foto
Varianti
Esistono alcune varianti del percorso:
1. Il ritorno, solo per utenti esperti, può essere intrapreso lungo il crinale sud orientale, seguendo le indicazioni per il sentiero Cai 607; con questo sentiero si raggiunge il costone Peceit, dove sono presenti altri resti della Grande Guerra. Il percorso, con un anello, torna al bivacco Gemona.
2. Volendo allungare il trekking (il dislivello in questo va oltre i 1200m!) lo Jôf di Miezegnot è raggiungibile anche da Valbruna con un percorso altrettanto difficile e tecnico (si giungerà quindi dall’altro versante) che passa dapprima in malga Rauna e poi per la Cappella Zita. Il percorso viene ben descritto qui o in quest’altro link di SentieriNatura.
Commenti
Lo Jôf di Miezegnot è il trekking perfetto se stai cercando un percorso abbastanza difficile e inerente alle tematiche della Grande Guerra. Se vuoi, potrai portare anche la tua famiglia e i tuoi bambini e fermarti fino al Bivacco Gemona: fino al bivacco infatti il percorso, anche se con modesto dislivello, è tutto sommato semplice e non sarà difficile seguirlo, dato il fondo ben battuto e le indicazioni cai chiare e precise. Se sei un utente esperto, la cima ti aspetta: mi raccomando, passo sicuro e attenzione!